Amo profondamente, "follemente", il poeta Dino Campana.
Scrisse questa poesia superba, la perfetta poesia tragica d'amore. Inutile dire che un giorno incontrai una persona che me la fece conoscere.
Io le stavo dicendo, apparecchiando la tavola nella casetta chiamata ancora "Villa Irma" (a Rubiana) in cui vivevo: "Vedi, qui nel 1917 veniva in villeggiatura dai miei bisnonni un poeta del Novecento, un certo Dino Campana"…
Lei si alzò, non disse nulla, andò di là, rovistò nel trolley – era appena arrivata da lontano – e mi porse un CD: senza sapere nulla – ci conoscevamo appena – aveva sentito di dovermi regalare la registrazione di alcune poesie di Dino Campana interpretate da Carmelo Bene… link
Quello fu l'inizio di un breve viaggio – ripreso dopo quasi un secolo – chiamato amore. link
Questa la poesia di Dino Campana per Sibilla Aleramo (ancora oggi attuale più che mai…):
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
PS. E così dimenticammo le rose.
Dino Campana
Tornerò presto a parlare di lui, e pubblicherò la sua lettera (sempre del 1917), che ho trovato esattamente un anno fa nel "bauletto della posta" dei bisnonni, dopo quasi cento anni.
Un viaggio nel tempo.